IN VOLO VERSO IL CIELO
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Alessandro Kuris
atleta e allenatore paralimpico
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La riabilitazione
Il processo per portare una persona dalla corsia dell' ospedale alla quella di una pista di atletica prevede la prima fase importantissima della riabilitazione. Essa porrà le fondamenta a questo progetto che proseguirà con l’allestimento dell’idoneo presidio ortopedico con relativo addestramento all'uso e infine continuerà con l'avvio dell’allenamento vero e proprio.
Il progetto riabilitativo ottimale prevede il coinvolgimento di diverse figure professionali: il chirurgo ortopedico e/o vascolare, il fisiatra, il fisioterapista, lo pisicologo, l'infermiere, l'assistente sociale, il tecnico ortopedico, ognuno interviene nei tempi e modi opportuni, tutti con il comune obiettivo del recupero psico fisico della persona amputata.
Il concetto di “lavoro d’equipe” è fondamentale nel definire un corretto approccio multiprofessionale alle molteplici problematiche valutative, diagnostiche e terapeutiche del paziente amputato di arto, affinché esso ritorni il più presto possibile alla propria attività, addestrato a utilizzare le sue capacità residue, a gestire autonomamente la protesi e a raggiungere una propria autonomia funzionale.
Lo staff
Le figure che seguiranno costantemente l'amputato nella sua evoluzione sportiva:
•Il fisioterapista sviluppa e controlla, d’intesa con l’allenatore, un programma generale di fitness concentrandosi sulla forza generale, la flessibilità, la coordinazione, la stabilità del soggetto. Ruolo permanente nella gestione dell’ atleta e delle eventuali lesioni.
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Il tecnico ortopedico
determina la componentistica per l’esecuzione della protesi , controlla l’allineamento per la corretta andatura e interviene in caso di modifiche necessarie. Segue l’atleta nella sua evoluzione sportiva fornendo quanto necessario per mantenere e sviluppare il grado di competitività.
•
L’allenatore
propone un modello tecnico e un programma di condizionamento per il rafforzamento del sistema cardiovascolare e della muscolatura. Le strategie di training sono le medesime degli atleti normodotati con particolari adattamenti in relazione ad una serie di fattori correlati con la menomazione.
L'allenamento
Nello sviluppo del piano di allenamento dell’atleta amputato ci sono diversi principi base che l’allenatore deve considerare:
• individualizzazione
• periodizzazione
• prevenzione degli infortuni
• comunicazione
• coinvolgimento di altre professionalità
• allenamento generale e specifico
• variazioni all’interno del programma
Tuttavia ci sono aspetti su cui porre l’accento:
Occorre tenere in considerazione le caratteristiche dell’atleta per raggiungere il massimo da ogni esercizio evitando per esempio di sollecitare troppo il moncone ricorrendo piuttosto ad altri lavori ad esempio in piscina. Poiché è assodato che l’amputato consuma piu’ energia rispetto ad un normo occorre distribuire piu’ attentamente il carico e allungare il periodo di recupero.
La struttura del programma di allenamento dovrà tenere conto quindi di prevenire l’insorgenza di lesioni che causano non solo interruzioni ma anche importanti conseguenze nella deambulazione.
La comunicazione è fondamentale sia tra atleta e coach che con gli altri membri del team multidisciplinare (fisioterapista, medico ecc.)
Dall'esperienza di atleta a quella di allenatore della nazionale italiana. La strada per il successo con la passione e l'impegno
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